"Non nasce teatro laddove la vita è piena, dove si è soddisfatti. Il teatro nasce dove ci sono delle ferite, dove ci sono dei vuoti... E' lì che qualcuno ha bisogno di stare ad ascoltare qualcosa che qualcun altro ha da dire a lui." (Jacques Copeau)
Nasce qualche anno fa, dopo l’esperienza della pandemia, dalla collaborazione dell’Azienda Speciale IPIS, che si occupa di servizi alla persona, con Mirmica Associazione Culturale, realtà presente sul territorio milanese con diversi progetti di teatro, video e formazione in contesti legati alla diversità.Wauder Garrambone, operatore teatrale nonché ideatore del laboratorio, ci ha spiegato che il progetto prevedeva un incontro settimanale con un gruppo integrato di persone frequentanti il Centro Diurno Disabili di Cusano Milanino ed il personale educativo, con il duplice obiettivo sia di creare uno spazio di sperimentazione e crescita personale, che di proporre eventi pubblici e favorire in questo modo uno sguardo nuovo sulle persone con disabilità, percepite spesso solo come soggetti bisognosi di cure e non come portatrici di risorse per il territorio.
Attraverso delle interviste, sono stati raccolti i desideri delle persone che frequentano il laboratorio teatrale. Dal materiale emerso si è costruita una drammaturgia che vuole provare a restituire, attraverso momenti poetici e trasposizioni personali, i desideri della piccola comunità del CDD.
Uno spettacolo costruito nel tempo, talvolta messo in scena in divenire, nell'androne del centro diurno, all'interno della biblioteca Pertini di Cinisello Balsamo. Esplorando nuovi spazi, aprendosi sempre più al pubblico, come durante la settimana che ospita la giornata internazionale della disabilità, dove per cinque giorni un estratto della rappresentazione è andato in scena davanti alle scuole medie dei comuni che fanno parte della Azienda Speciale Ipis. Non un inedito, dato che qualche classe, nelle settimane precedenti, ha partecipato alle prove all'interno del Centro Diurno.
Un sipario che non cala una volta esauriti gli applausi nelle scuole, ma bensì una rappresentazione interattiva, dove gli astanti vengono invitati a scrivere a loro volta i propri desideri, raccolti e letti dagli attori e dalle attrici, in una condivisione di desideri e sogni.
21 febbraio, Teatro Bi di Cormano, 280 posti, un tutto esaurito per la messa in scena finale.
Io veramente ero emozionatissima, Ero dietro che non sapevo se uscire, oppure rimanere. Dopo mi sono tranquillizzata e ho detto, ce la devo fare e allora ce l'ho fatta. Un po' stancante, ma mi è piaciuto. (Elvira)
È stato molto bello, ho avuto un po' di ansia. Grazie agli educatori ho avuto la forza di gestire l'emozione di esibirmi in un teatro davanti a tanto pubblico. (Debora)
Ero felice ed emozionato. È stato bello al mattino vestirsi elegante. Mi è piaciuto il rapporto con i bambini. (Andrea)
A me il teatro piace tantissimo. Mi è piaciuto lo spettacolo perché ero con tutti i compagni. Mi sentivo un po' in imbarazzo ed emozionata davanti al pubblico. (Elena)
È stato bello, spettacolare, un po' di ansia, il pubblico ci ha applaudito molto e sono soddisfatto delle mie scene. La parte della statua mi è piaciuta di più, perché mi è piaciuto il calore di Deborah. (Vincenzo)
Il teatro ha dato forma e sostanza, restituendo a ciascuno la propria possibilità di autodeterminazione, abbattendo il muro della pietà, costruendo un ponte dove incontrarsi, riconoscendosi uguali l'uno negli occhi dell'altro.