Public Project
Identikit di un desiderio
“La felicità è amore, nient’altro. Felice è chi sa amare. Amore è ogni moto della nostra anima in cui essa senta se stessa e percepisca la propria vita. Felice è dunque chi è capace di amare molto. Ma amare e desiderare non è la stessa cosa. L’amore è il desiderio divenuto saggezza; l’amore non vuole possedere; vuole soltanto amare.” (Hermann Hesse)
Il progetto teatrale “Ai limiti del corpo” nasce qualche anno fa dalla collaborazione dell’Azienda Speciale IPIS, che si occupa di servizi alla persona, con Mirmica Associazione Culturale, realtà presente sul territorio milanese con diversi progetti di teatro, video e formazione in contesti legati alla diversità.
Wauder Garrambone, operatore teatrale nonché ideatore del laboratorio, ci ha spiegato che il progetto prevede un incontro settimanale con un gruppo integrato di persone frequentanti il Centro Diurno Disabili ed il personale educativo, con il duplice obiettivo sia di creare uno spazio di sperimentazione e crescita personale, che di proporre eventi pubblici e favorire in questo modo uno sguardo nuovo sulle persone con disabilità, percepite spesso solo come soggetti bisognosi di cure e non come portatrici di risorse per il territorio.
“Dopo l’esperienza della pandemia le persone sono tornate a desiderare e il gruppo ha condotto un’indagine all’interno della comunità del CDD di Cusano Milanino. Attraverso delle interviste e la compilazione di questionari da parte di tutte le persone che frequentano il CDD (utenti e personale) e le famiglie degli utenti, sono stati raccolti i desideri delle persone.
Dal materiale emerso si sta costruendo una drammaturgia che vuole provare a restituire, attraverso momenti poetici e trasposizioni personali, i desideri della piccola comunità del CDD” (Wauder Garrambone)
Il 12 dicembre negli spazi della biblioteca Pertini di Cinisello Balsamo, è andato in scena un primo studio attorno al tema del desiderio: un’anteprima del lavoro più ampio che verrà proposto in primavera nella forma di un vero e proprio spettacolo: venti minuti di performance in due repliche.
Circondati da una cornice di libri abbiamo fotografato questo gioioso momento di debutto, un lavoro nato per incontrarsi, emozionarsi e insieme scoprirsi, ognuno nei desideri dell’altro.
“Ero imbarazzata perché per la prima volta mi esibivo davanti a delle persone e fra loro c’era mia madre, ma appena abbiamo iniziato l’imbarazzo è svanito ed è stato tutto così emozionante!” racconta con entusiasmo Debora, una delle attrici.
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